Quell’11 settembre del 2001, a quest’ora, eravamo tutti incollati alle tv. Da ore, più o meno dalle 15 del pomeriggio, quando le prime edizioni straordinarie fecero capolino su ogni programmazione. Che il disastro fosse immane si comprese ben presto, appena pochi minuti dopo.
Che quelle immagini le guardasse un analista o piuttosto il salumiere anziano all’angolo della strada, tutti compresero che quello sarebbe stato il punto di non ritorno.
Qualcuno, alla “bush”, pensò che bisognava bombardare subito. “Chi?”… “Chiunque, quelli che sono stati!”. Qualcun altro si affannava nella ricerca dei motivi che potessero aver scatenato tanto odio. Subito dopo si affacciò il “complottismo” (che poi forse tanto complottista non era, se non in certe conclusioni).
Di certo per tutti quello sarebbe stato l’inizio della Terza Guerra Mondiale. E un po’ lo è stato. Lo è. Quello fu il punto di non ritorno, della nuova Grande Guerra asimmetrica.
Da lì si iniziò una guerra di cui a tutt’oggi non si comprende la strategia, i soldati, il campo di battaglia.
Perché come tempo fa ebbe modo di dire Papa Francesco (in una rara occasione in cui condivido le sue parole) quella che si sta svolgendo nel mondo è una “guerra mondiale a pezzi”. Dai pezzi delle Twin Tower ai pezzi siriani, iracheni, afghani, congolesi, rwandesi, algerini, tunisini, francesi, italiani e via di seguito.
Una guerra di poteri senza precedenti che ha travolto financo le famiglie, il modo di vivere dei singoli individui. La paura instillata goccia a goccia, un po’ per accadimento di fatti reali (innegabili), un po’ con l’accadimento di fatti mediatici opportunamente amplificati.
A un certo punto fra la densa coltre di fumo che quel pomeriggio si sprigionò ricordo che, per pochissimi istanti, si formò quasi la faccia di quello che poteva essere solo il demonio. Coincidenza, scherzi del fumo e delle correnti, certo. Ma demoniaco quel giorno fu in ogni caso.
Nulla è più come fin alla mattina dell’11 settembre (mattina italiana perché per gli americani quello fu il peggior risveglio).
Cosa accadde quell’11 settembre, cosa è accaduto dopo quella data? Tanti piccoli pezzi di un mosaico polverizzato, come le Twin Tower, come quell’ala del Pentagono su cui echeggiano mille dubbi.
Dal complotto sionista alla guerra agli infedeli degli estremisti musulmani. Da quel giorno è stato un “tutti contro tutti” che ci porta oggi a parlare della questione migranti senza partire dall’origine di quel problema (che è ben anteriore a quella data infausta).

Quel giorno, dicono i bilanci ufficiali, alle morirono 2.974 persone, al Pentagono circa 800, altre 200 nel fantomatico 4° aereo schiantato.
La strage vera è iniziata quel giorno. Da quelle migliaia di morti ne sono derivate altre centinaia di migliaia, forse milioni.
E questa guerra mondiale asimmetrica, che nessuno capisce, ha tutta l’aria di voler perdurare molto tempo ancora.
Forse quel volto nel fumo fu illusione ottica, ma se anche fosse, il diavolo -quello vero- ancora se la ride. Mai operazione di sterminio gli riuscì meglio.
E noi siamo qui a ricordare. E a non capire.

Luigi Asero

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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