di Luigi Asero

 

Era nell’aria e l’avevamo anticipato nel precedente articolo: Salvini rompe gli indugi e forte dei sondaggi che lo danno al 38% chiede a Conte di andare dal Presidente Mattarella e formalizzare la crisi di Governo. Per il vicepremier e leader della Lega è “inutile andare avanti a colpi di no e litigi”. Di fatto però Salvini apre una crisi che difficilmente lo potrà portare presto al voto e che gli servirà soltanto per aumentare il già ampio consenso “combattendo” il quasi inevitabile Governo tecnico che il Presidente dovrà incaricare perché la Legge di Bilancio incombe e non ci sono i tempi per un voto anticipato che porti una nuova maggioranza in tempo utile a formularla.

La replica di Luigi Di Maio non si fa attendere, l’altro vicepremier afferma infatti: “Noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla e non ci è mai interessato nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze”. Anche nelle sue parole l’intenzione di andare al voto, anche nelle sue parole la consapevolezza che ciò non sarà possibile. Di Maio parla infatti della imminente riforma sul taglio definitivo di 345 parlamentari definendola “epocale” ma non parla della Legge di Bilancio senza la quale lo Stato a partire dall’uno gennaio non potrebbe esercitare le sue prerogative.

Insomma, la sensazione è che senza troppe remore nessuno voglia affrontare la prossima Legge di Bilancio e simulando la volontà di tornare alle urne, semplicemente, si chiede al Presidente Mattarella di nominare quel governo tecnico che potrebbe assumere, come già accaduto, decisioni altamente impopolari e consentire ai due leader (uno in netta ascesa e quindi desideroso di “monetizzare” ulteriormente il proprio consenso, l’altro in declino e desideroso di rimonta) di andare in campagna elettorale senza numeri.

Sono tanti i “forse”, fra questi vogliamo inserire -ma questa è una personalissima opinione- che “forse” non è un caso che la decisione di Salvini arrivi all’indomani della fuoriuscita di Toti da Forza Italia con la formazione della nuova associazione “Cambiamo” che tanti ex di Forza Italia sta reclutando. Toti che potrebbe essere per lui, insieme alla Meloni, l’alleato ideale essendo meno ingombrante di quel Silvio Berlusconi che forse, dietro le quinte, usa ancora l’uncinetto…

Anche nel Pd si serrano le fila, Zingaretti dice chiaro: “siamo pronti”.

Forse la Grecia non ha insegnato nulla. O forse, pare l’analogia più opportuna, ha proprio insegnato bene. A certi “Poteri” è impossibile dire no.

Se ti piace condividi sui tuoi social?

Informazioni sull'autore

Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

Ti potrebbe piacere: