di Luigi Asero

 

Il Paese devastato è l’espressione che ci viene in mente. Devastato da un sistema di corruttela clientelare che non ha forse eguali nel mondo. Non passa giorno che nuovi scandali non si affacciano alle cronache, nell’ormai indifferenza totale, apatica, del popolo che forse ritiene inevitabile tutto ciò. Nel Paese che ha bisogno di ricorrere a Reddito di Inclusione o al Reddito di Cittadinanza, nel Paese che conta tanti capoluoghi in default o quasi (dalla nostra Catania alla preoccupante situazione di Roma), le inchieste giudiziarie -pur confermando ciò che si sospetta- lasciano un gusto amaro: il segno che tutto, o quasi, è perduto. La corruzione, cancro insopprimibile italiano, non si riesce ad arginare.

Sia chiaro, non stiamo parlando contro le inchieste, sacrosante, che portano ai vari arresti e a scoprire le magagne, ben vengano e forse sarebbe auspicabile ci fossero anche più uomini e mezzi per condurne sempre più. Ciò che ci lascia, che malgrado tutto riesce a stupirci, è proprio il fatto che malgrado le decine di inchieste il sistema sembra non volersi fermare. Le reti di “amicizie” che reggono questo Paese sono ostinatamente più forti di qualsiasi legge, di qualsiasi Autority, di qualsiasi discorso morale che si possa costituire.

Oggi le notizie rilevanti in merito sono due da nord a sud.

VARESE – La più grossa operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Varese insieme ai Carabinieri della Compagnia di Monza-Brianza. Ben 43 i provvedimenti giudiziari eseguiti tra le provincie di Milano, Varese, Monza e della Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti. Ai soggetti coinvolti sono stati contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, finanziamento illecito ai partiti politici, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici. Coinvolti anche noti politici tra cui Pietro Tatarella e Fabio Altitonante (Forza Italia). Tatarella deve rispondere di associazione a delinquere, mentre Altitonante è accusato di corruzione. Una richiesta di autorizzazione a procedere è stata inviata alla Camera dei Deputati, con l’accusa di finanziamento illecito, per il parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani .

Dei 43 indagati 12 sono stati tradotti in carcere, 16 agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora e 12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. In totale però ci sarebbero ben 95 indagati. Tutti i provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Milano Raffaella Mascarino, su richiesta della Procura della Repubblica di Milano, direzione distrettuale Antimafia con il procuratore aggiunto Alessandra Dolci e i sostituti procuratori Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno, al termine delle indagini della compagnia della Guardia di Finanza di Busto Arsizio (Va) e del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Monza. Per la Procura è emersa l’esistenza di due sodalizi criminali, attivi nelle province di Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici che a 9 indagati sui (ripetiamo) 95 totali ha contestato l’associazione a delinquere.

PALERMO – Un’altra importantissima operazione è condotta a Palermo dalla Polizia di Stato che sta eseguendo dall’alba numerose misure cautelari emesse dal Gip di Palermo su richiesta della Procura. L’operazione chiamata “Cuci & Scuci” riguarda corrotti e corruttori che a vario titolo dovranno rispondere dei reati di corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Anche in questo caso la Squadra Mobile di Palermo ha registrato “uno stratificato sistema corruttivo, annidatosi nel settore degli appalti per opere pubbliche e che ha interessato un importante distretto ministeriale deputato a veicolare rilevanti fondi pubblici”, l’inchiesta ha fatto seguito alla denuncia nel 2017 di un imprenditore del settore edile cui erano state richieste tangenti da parte di alcuni dei funzionari pubblici, in servizio presso la sede palermitana del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Sicilia e Calabria, oggi arrestati, nel corso della ristrutturazione edile di una scuola elementare nella provincia di Palermo. In totale sono stati eseguiti 14 arresti di cui otto imprenditori. Come riportato dall’agenzia Adnkronos “Con questa operazione per la prima volta è scattata la legge ‘Spazzacorrotti’. Si tratta di un provvedimento cautelare che prevede la misura del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per almeno un anno. Come scoperto dall’inchiesta coordinata dal Procuratore aggiunto Sergio Demontis, gli imprenditori pagavano tangenti che corrispondevano al 2-3% del valore del finanziamento. Attraverso spese fittizie l’imprenditore riusciva a recuperare quanto speso per la mazzetta.”

Due veloci conti: 95 indagati a Varese, almeno 14 a Palermo. 109 persone indagate ufficialmente in una sola mattina. Che speranze ha questo Paese? Perché i giovani promettenti preferiscono andar via? A volte la risposta è maledettamente banale.

 

 

 

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