di Luigi Asero

 

Camera di Commercio del Sud Est: non cambia nulla e la situazione resta immobile, con i Commissari regionali ben saldi alle poltrone senza che si muova foglia, mentre l’economia isolana precipita nel baratro. 

È una bagarre, come al solito, tutta politica quella che ha impedito per l’ennesima volta l’accorpamento degli enti camerali di Catania, Siracusa e Ragusa. L’ultima del giorno è data dalla nuova decisione del ministro per  lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda che ha deciso di portare in Conferenza Stato-Regioni la querelle dopo le perplessità (e pressioni) del governatore siciliano Rosario Crocetta riguardanti la Camera di Commercio siracusana. Accorpamento che, badiamo bene, era stato deciso sempre con provvedimento ministeriale.

Era stato l’assessore regionale Mariella Lo Bello, dopo il decreto di composizione, a convocare la riunione per l’insediamento del consiglio camerale. Prima giorno 14, poi un breve rinvio a giorno 28. La procedura dell’accorpamento ha scatenato una battaglia legale, in campo amministrativo e penale. Ci sono due ricorsi al Tar e nel frattempo l’inchiesta della Procura di Catania che vede, tra gli altri indagati, il commissario Pagliaro.

Eppure proprio Crocetta commenta che “Con questa soluzione andiamo incontro alle esigenze dei territori e rispondiamo alle tante richieste che sono arrivate dalle istituzioni locali. Sono sempre stato contrario all’accorpamento e finalmente c’è lo stop a una procedura non condivisa, anche in presenza delle nuove vicende giudiziarie, che ipotizzano irregolarità e che vedono indagato il segretario della Camera di Commercio, Alfio Pagliaro (come già scritto indagato proprio per questa vicenda dai magistrati catanesi, ndr), sui dubbi rispetto al reale numero degli iscritti delle varie categorie. Revocherò immediatamente il decreto di accorpamento e collaboreremo col ministro per avviare le nuove procedure”.

Il risultato, contrariamente a quanto asserito dal Governatore (speriamo per poco ancora) Crocetta è la paralisi di tutte le Camere di Commercio isolane saldamente in mano ai Commissari regionali, quindi sotto il diretto controllo crocettiano. Tutto questo, sospirano i “soliti maligni” per arrivare a un accordo “ragionevole” per la politica in merito alla gestione SAC dell’aeroporto civile “Vincenzo Bellini” meglio noto come Fontanarossa.

Sicilia sempre paralizzata tra politica e mafia, con i siciliani passivamente (e colpevolmente) silenti. Per quanto tempo ancora?

 

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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