Quando si parla di treni la nostra memoria non può che andare col pensiero alla voglia di viaggiare e scoprire tipica dell’essere umano. Ma il treno non è soltanto un mezzo turistico, anzi lo è forse sempre meno schiacciato dalla concorrenza aerea e automobilistica.

Il treno spesso è anche metafora della vita, quel qualcosa che rimanda al famoso “carpe diem”, quel “cogli l’attimo” che molto spesso diventa semplicemente l’ennesima occasione perduta… perdere quel treno vuol dire spesso perdere l’occasione di dar una svolta alla propria vita.
Ma il treno è anche occasione romantica, pensiero da innamorati, memoria di pendolari, viaggio della speranza. È forse il mezzo più abusato di metafore e luoghi comuni…

Un treno rappresenta una partenza carica di speranze, di tristezze, di gioie e dolori, saluti e addii, commozioni ed emozioni.
In realtà nulla dovrebbe differire rispetto al salire in automobile o in un agile scooter per andar al lavoro e ritornare a casa al termine di ciò. Ma il treno probabilmente rappresenta nell’immaginario collettivo quel partire con la valigia che forse non porterà più indietro. Il treno non si replica. Non passerà nuovamente. Il treno affronterà forte e sicuro la sua strada, arriverà a destinazione col suo carico di ricordi, gioie, dolori, col suo odor di castagno delle traversine, col suo puzzo di viaggiatori erranti. Il treno arriverà comunque a destinazione malgrado qualcuno possa averlo perduto.

Il treno diventa quindi metafora di questa vita che veloce va verso il suo avvenire, anche quando avvenire non c’è. E spesso proprio questo triste pensiero fa sì che non ci sia, semplicemente perché perdiamo l’occasione. Il “treno giusto” appunto…
A volte per paura, a volte per premura, a volte per semplice disinvoltura, a volte forse soltanto perché non ci và. Capita di perderlo quel treno fiduciosi che tanto un altro passerà. Ma delle volte il treno della nostra vita non può aspettare i nostri orari, i nostri ripensamenti…
Un treno passa a un determinato orario, transita, si ferma, poi riparte. Non spetta a noi decidere quando e come prenderlo, quando e come partire. A noi spetta solo la decisione di salire a bordo o rimanere a terra. E per salire a bordo si paga un biglietto, con i soldi in stazione, con delle piccole rinunce personali sul treno della vita.

Ma ormai questa vita è cambiata, tutto è divenuto frenetico, tutto è velocità. Sopratutto… tutto è “tutto” per noi.
Il treno non è più metafora della nostra vita, vogliamo che la nostra vita viaggi in aereo, veloce, rapida. Tutto e subito.
Capita così che il prezzo da pagare sia più alto, la rinuncia cui siamo costretti per salire a bordo sia la nostra felicità… perché è un aereo questo, tutto e subito è una strana compagnia aerea dove low-cost non fa parte dell’economia di viaggio.

Ora però devo affrettarmi, non voglio tutto e subito, ma sento che il treno sia in partenza… vado.

Luigi Asero – 27/09/2009 01.00 (www.luigiasero.com)

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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