di Luigi Asero

 

Arrivano le prime reazioni del Movimento Cinque Stelle al non eccelso risultato elettorale alle regionali in Sardegna. E si parla di rifare il look al Movimento. Naturalmente filtra soddisfazione per i seggi ottenuti nel nuovo Consiglio Regionale, dieci. Ma il risultato delude un po’ le aspettative, se non altro della base pentastellata.

E se il capo politico Luigi Di Maio giustamente non cede alla tentazione di paragonare i risultati di un’elezione di tipo amministrativo a quello delle elezioni politiche appare palpabile la preoccupazione in vista delle ormai prossime elezioni europee.

Di Maio dice chiaro e tondo che “per riuscire a essere forti” alle amministrative il Movimento deve crearsi un’organizzazione sul territorio capace di filtrare le tantissime richieste dei cittadini in ambito locale. Questo induce Di Maio alla decisione di creare un’organizzazione su due livelli: nazionale e regionale. E nel dire questo apre, cosa finora inedita, a possibili alleanze con liste civiche possibilmente quelle più vicine ai gruppi civici nel territorio e non (le esclude categoricamente) le liste formate da “riciclati” della vecchia politica.

Così, parlando di queste possibili future variazioni Di Maio tocca il “limite sinora invalicabile”: i due mandati. Ipotizza infatti di derogare, almeno per i sindaci, al limite auto imposto ma solo dopo che “ci sarà dibattito, nell’area di ascolto su Rousseau. Ma ne discuterò anche con i parlamentari, con gli stessi sindaci, faremo una sezione“.

Sulla tenuta del governo appare sicuro: “saremo al Governo per i quattro anni restanti” anche perché l’obbiettivo è portare “a casa tutti i punti del contratto”. Ciò dicendo rivendica come “otto provvedimenti su dieci di questo governo sono del M5S“.

Il tema caldo comunque resta quello delle elezioni europee di fine maggio e su questo Di Maio appare chiaro: essere ago della bilancia. Così infatti il capo politico: “non far fare 51% al Ppe e Pse: questo è il mio obiettivo dal punto di vista delle Europee. Il nuovo gruppo potrà essere uno degli aghi della bilancia del parlamento europeo e contrastare le politiche di austerity: cambiamo l’Europa per aiutare l’Italia e rimetterla al centro”.

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