di Luigi Asero

 

La tragicomica farsa siciliana della Regione in cui “la rivoluzione è già iniziata” segna un nuovo episodio che ci lascia alquanto perplessi. A segnalarlo è la redazione Palermo del quotidiano “La Repubblica” che con un articolo a firma di Emanuele Lauria ha evidenziato come la quasi totalità dei fornitori di beni e servizi per lo scorso Expo 2015 non abbia ricevuto alcun pagamento (e forse mai lo riceverà se non dopo lunghe e costose azioni legali).

I fatti: L’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici ha nominato un nuovo commissario, Ignazio Tozzo, che ha il mandato di annullare tutti i contratti con i fornitori e i prestatori d’opera firmati dall’ex responsabile unico Dario Cartabellotta, per un valore complessivo di circa 2 milioni e mezzo di euro. A quel punto, con importi minori, gli impegni dovrebbero essere onorati secondo le norme del codice civile.

A evidenziare quanto sia grave la scelta regionale lo stesso rifiuto dell’ormai ex responsabile Dario Cartabellotta cui era stato dato mandato di “eseguire l’ordine” e che ha rifiutato motivando giustamente con le seguenti parole: “Non accetto direttive che sono fonte di responsabilità penale e danno erariale”.
A patirne per adesso le conseguenze ci sono gli stagisti delle università milanesi (studenti che in cambio di pochissimo denaro hanno prestato la loro opera e che adesso vengono beffati dall’irresponsabile scelta assessoriale, di sicura ispirazione crocettiana). Ma ci sono anche il pasticcere siciliano e gli albergatori milanesi che hanno fornito camere e servizi per ben oltre sei mesi. C’è di tutto nella rivoluzione del presidente urlante. E poi anche la band siciliana dei Tinturia (inviata a portare la cultura musicale sicula in terra meneghina) e gli imprenditori siciliani Condorelli, Tomarchio, Zappalà. L’elenco completo dei creditori rimasti a bocca asciutta lo trovate nell’articolo del quotidiano Repubblica a questo link.

A convincere la Regione all’assunzione di tale irresponsabile decisione sarebbe stato (e il condizionale è d’obbligo) un parere dell’Avvocatura dello Stato secondo il quale si riterrebbe che il funzionario Cartabellotta “abbia adottato gli impegni di spesa, all’inizio dell’anno scorso, in mancanza di una copertura finanziaria. La Ragioneria generale ha sempre rigettato gli atti con cui l’ex responsabile unico del cluster liquidava le fatture dei creditori della Regione. Il dirigente generale sottolinea invece di avere rispettato la convenzione fra Regione ed Expo e di essersi mosso in linea con il decreto di nomina, siglato dall’ex assessore Paolo Reale, che lo autorizzava a reperire le risorse necessarie anche in un secondo momento, attraverso attraverso le sponsorizzazioni e il found raising.”

Manpower, la multinazionale che ha fornito il personale al lavoro nel padiglione del Bio-Mediterraneo. La società che ha la sede centrale a Milwaukee, nel Wisconsin, ha ottenuto dal tribunale di Milano un decreto ingiuntivo da far tremare le semivuote casse della Regione: la richiesta è di 506.732 euro, più di mezzo milione. A Manpower si aggiungeranno adesso tutti i creditori insoddisfatti che hanno già avviato le procedure legali. Con ovvio aggravio di costi e interessi che saranno a carico dei siciliani, perché di rivalersi contro la peggior Giunta Regionale che mai la Sicilia abbia avuto ovviamente non se ne parla, non è proprio contemplato dalla Legge. Così ai politici siciliani gli onori (se di “onore” si può parlare”) mentre ai siciliani la nuova tegola che si sposta soltanto di qualche mese o anno nel tempo.

Il problema si sposta di certo sulla futura Giunta Regionale, di sicuro non a guida dell’uscente Rosario Crocetta che, malgrado sembri intenzionato a ricandidarsi non ha alcun numero per la rielezione. Appare difficile infatti trovare ancora qualche “interdetto” capace di votarlo dopo il completo disastro creato in seno alla Regione siciliana e sulle spalle dei siciliani tutti.

 

 

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