118

di Luigi Asero

L’assessorato all’Economia della Regione siciliana cerca di capire cosa accade negli uffici dell’assessorato alla Salute, l’attenzione sembra sia concentrata soprattutto sulla gestione delle spese della Seus Sicilia 118, società partecipata regionale che con i suoi 3.200 dipendenti svolge il servizio di emergenza urgenza 118 nel territorio. Con grande professionalità. Soprattutto (e questo ci allarma non poco se fosse confermato) si vorrebbe valutare se non sia economicamente più conveniente affidare alcuni servizi ai privati. Intanto la convenzione tra la Regione e la Seus è stato prorogato per appena due mesi. In agitazione chiaramente i dipendenti che temono per la propria posizione lavorativa. Ma a preoccuparsi dovrebbero essere in primis i cittadini siciliani che forse poco comprendono del buon funzionamento almeno del 118. Per questo oggi a Palermo si svolgerà una protesta organizzata dai settori “Funzione Pubblica” di Cgil, Cisl e Uil.

I bilanci parlano di una spesa regionale pari a centodieci milioni di euro annui in favore della Seus Sicilia 118, società che incasserebbe anche introiti provenienti da convenzioni con altri soci, come l’ospedale Civico di Palermo, per cui svolge servizio di trasporto interno dei pazienti. Eppure la Seus vanterebbe per il passato 2015 un attivo pari a 500 mila euro che compensa ampiamente la perdita di 400 mila dell’anno 2014.

Qualora la Regione dovesse decidere di non prorogare oltre la convenzione con Seus Sicilia 118, si potrebbe tornare a una gestione del trasporto in emergenza/urgenza affidata a società private e associazioni di volontariato, dimenticando la professionalità del personale Seus. Con ricadute sul piano occupazionale ma anche sulla corretta effettuazione dei servizi di emergenza indubbiamente (per una volta) migliorati.

Soprattutto ci chiediamo, ancora una volta, se si può parlare per una società che svolge servizio pubblico (per giunta di tipo sanitario) di bilanci in meri termini economici, senza contare invece i bilanci umani. Quanti soccorsi effettuati, quante persone aiutate… ma forse chiediamo troppo. Forse i cittadini siamo già, per la politica, semplici codici fiscali. Tesserine di un mosaico non più decifrabile.

 

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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