di Luigi Asero

 

Ci raccontano che sia necessario votare affermativamente al referendum costituzionale affinché si possano migliorare gli iter legislativi, perché ci racconta il premier/segretario/factotum “le leggi non possono essere approvate velocemente a causa del doppio passaggio”. 

Ma noi, gli italiani, sappiamo bene che le leggi non approvate sono soltanto quelle che non interessano gli amici dei potenti, o se preferite gli “amici degli amici”. La prova di quanto appena affermato ce la dà la stessa maggioranza che, appena ieri l’altro aveva bloccato la cosiddetta “norma De Luca”, l’emendamento cioè che consente ai presidenti di Regione di diventare anche commissari per la sanità. Bene, ad appena 24 ore di distanza da quel blocco, la norma è stata approvata ieri. Dimostrando che gli iter legislativi, se si vuole, possono essere velocissimi anche con l’attuale ordinamento costituzionale. Senza riforma costituzionale insomma, o schiforma, fate voi…

Il commissario della Sanità sarà soggetto a verifiche semestrali, insomma, una specie di tagliando. È questo il contenuto del testo riformulato dell’emendamento alla manovra presentato in commissione Bilancio alla Camera, accantonato martedì in seguito a numerose critiche.

La formula è quella di consentire al presidente della Regione di diventare commissario della propria sanità regionale ma a patto che ogni sei mesi si verifichi che il suo operato sia conforme ai piani di rientro e che la performance sui livelli essenziali di assistenza sia positiva.

Il testo precisa che “i tavoli tecnici, con cadenza semestrale, in occasione delle periodiche riunioni di verifica, producono una relazione ai ministri della Salute e dell’Economia e delle finanze, da trasmettersi al Consiglio dei ministri, con particolare riferimento al monitoraggio dell’equilibrio di bilancio e dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza“.

Gli emendamenti approvati riguardano poi anche una serie di altre tematiche, ma appare fuori di dubbio come la norma che più di tutti interessava alla maggioranza abbia avuto un percorso più che accelerato.

Ma perché si parla di “norma De Luca”? Perché sembra proprio pensata appositamente per premiare il fidatissimo governatore campano, già salvato da questo Parlamento da una richiesta di autorizzazione a procedere fatta dalla magistratura e che ora, in cambio del suo incondizionato appoggio alla campagna referendaria del Governo chiede bonus di valore evidentemente superiore agli 80 euro dei poveri “italianucci pezzenti”.

Intorno alla sanità girano interessi miliardari, la possibilità che un governatore (non soltanto De Luca quindi) possa gestire con poteri commissariali la sanità di una regione appare come un buco nero che si profila all’orizzonte.

Difficile prevedere tutti i possibili risvolti, altrettanto difficile però pensarne di positivi.

Certo c’è che se questi sono i “premi in palio” evidentemente non si tratta di riforme per “il bene degli italiani”, ma sta agli italiani capire l’antifona e regolarsi di conseguenza il prossimo 4 dicembre recandosi in massa alle urne per urlare, tracciandolo netto sulla scheda elettorale, il proprio deciso e convinto NO.

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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