Farà discutere la sentenza emessa dalla III Corte di Assise che assolve Luciana Cristallo e Fabrizio Rubini per l’omicidio di Domenico Bruno. I fatti risalgono al 27 febbraio 2004, quando la donna al culmine dell’ennesima lite aveva ucciso con dodici coltellate l’ex marito, dal quale aveva avuto quattro figli, che continuava a perseguitarla, occultandone però poi il cadavere.

Il delitto era giudicato premeditato dalla pubblica accusa, che per i due aveva invece chiesto l’ergastolo. Insieme all’accusa concordi sulla premeditazione anche i legali di parte civile che rappresentano la madre della vittima (ed ex suocera di Luciana Cristallo) Santa Marinaro, curatrice dei due figli minori della coppia.

Secondo la ricostruzione la donna, al culmine dell’ennesima lite quando la vittima stava forse cercando di strangolarla, afferrò un coltello e lo colpì con 12 coltellate, poi aiutata dall’amante -Fabrizio Rubini- ne avvolse il cadavere in un tappeto e lo gettò nel Tevere. Solo circa un mese dopo fu ritrovato sulla spiaggia di Ostia e si comprese che quel cadavere era l’uomo scomparso e ucciso. Per il pm, d.ssa Elisabetta Ceniccola, i due avrebbero dovuto esser condannati all’ergastolo per omicidio premeditato.

La Corte ha invece deciso l’assoluzione per legittima difesa di Luciana Cristallo, l’assoluzione per non aver commesso il fatto per Fabrizio Rubini. Prescritto invece l’occultamento di cadavere. Praticamente la linea difensiva è stata accolta in pieno: “la vittima si sarebbe soltanto difesa da anni ed anni di violenze ed abusi“.

Luigi Asero

 

 

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1 commento

  1. .raccontata così la vicenda non mi risuona affatto come una legittima difesa ma bensì di un’azione bella e pianificata e per il numero delle coltellate e per le dinamiche di occultamento e la complicità dell’amante…..sono un pò disorientata!

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