Da giorni ormai ascolto “I dubbi dell’amore”, quel meraviglioso brano di Enrico Ruggeri cantato nella versione live da Fiorella Mannoia. Brano triste, forse in sintonia con il mio umore… O forse in sintonia con l’umore di qualunque essere umano che pensa, che spera, che ripone tutto sé stesso in una persona e che viene assalito da mille miliardi di dubbi. “Le piacerò… Cosa vuol dirmi… Suscito in lei quel che lei suscita in me…”

Brano triste ma anche felice… perché è chiaro, e lo dice al termine “tu dormi e non pensare… ai dubbi dell’amore… ogni stupido timore è la prova che ti do, e rimango e ti cerco, non ti lascio più”

E via di seguito a tutti i dubbi quando non sentiamo la persona che ci fa battere il cuore, quando il tono di voce sembra differente, quando ha un impegno di cui non conosciamo i particolari, quando non ci risponde al telefono o quando ci sembra evasiva… Quei dubbi che spesso, troppo spesso portano soltanto un gran fastidio e che si svuotano come una bolla d’aria… se solo avessimo l’intenzione di svuotarla questa bolla. Perché troppo spesso i dubbi insinuano delle paure che è difficile scardinare, che non si riesce a parlarne per il timore di apparire sciocchi, che sembrano talmente reali da non richiedere la necessaria controprova. Che ci convincono di essere talmente reali che al confronto un asino che vola è addirittura un normale fatto scientifico.

E i dubbi si insinuano ancor più quando in fondo si pensa di conoscere una persona ma in realtà ci si rende conto di non conoscerla per nulla. Perché non si ha l’opportunità di conoscerla bene, perché è distante da noi, perché l’abbiamo ascoltata, letta e magari diamo un’interpretazione sbagliata ai suoi pensieri. Perché riteniamo di conoscerla ma rispecchia solo la proiezione mentale di ciò che desideriamo…

Quanto è difficile dire Ti Amo se si crede veramente nell’importanza di queste due piccole ma immense paroline… quanto è difficile mettersi in gioco quando la posta è talmente alta da essere l’Amore…

Luigi Asero


I dubbi dell’amore

(E.Ruggeri – L.Schiavone)

Se una mattina io
mi accorgessi che con l’alba sei partito
con le tue valigie verso un’altra vita
riempirei di meraviglia la città
Ma forse dopo un po’
prenderei ad organizzarmi l’esistenza
mi convincerei che posso fare senza
chiamerei gli amici con curiosità
e me ne andrei da qua
Cambierei tutte le opinioni
e brucerei le foto
con nuove convinzioni
mi condizionerei
forse ringiovanirei
e comunque ne uscirei
non so quando (quando)
non so come
Ma se domani io
mi accorgessi che ci stiamo sopportando
e capissi che non stiamo più parlando
ti guardassi e non ti conoscessi più
io dipingerei di colori i muri
e stelle sul soffitto
ti direi le cose che non ho mai detto
che pericolo la quotidianità
e la tranquillità
Dove sei, come vivi dentro?
C’e’ sempre sentimento
nel tuo parlare piano
e nella tua mano
c’e’ la voglia di tenere
quella mano nella mia
Tu dormi e non pensare
ai dubbi dell’amore
ogni stupido timore e’ la prova che ti do
e rimango e ti cerco
non ti lascio più
non ti lascio più

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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