Ciao Carmelo, carissimo Amico. Amico che hai saputo intuire la mia tristezza quando il mio papà andò via senza poterlo sapere vista la distanza, Amico che hai saputo essermi accanto in parecchie situazioni in cui nessuno comprendeva… Questo è il terzo anno in cui non posso farti alcun augurio di buon compleanno. Da quel maledetto 6 giugno tante, troppe cose, sono cambiate. Per me già prima erano cambiate e la tua perdita fu la classica “goccia che fa traboccare il vaso”. Avevo visto l’improvviso andar via di tante persone amiche (di cui avevamo parlato al telefono), avevo visto la morte di mamma senza poterle stare accanto durante quegli ultimi giorni a causa delle “restrizioni covid”. Eppure erano tutti eventi “vicini” ma distanti. Certo la morte di mamma fu molto vicina, ma purtroppo era in qualche modo temuta e attesa. Altri eventi davano sì dolore, ma in qualche maniera erano -per me, sia chiaro- concepibili. Poi arrivò quel 6 giugno 2021, una domenica. Una domenica di sole trasformatasi in pochi istanti in una domenica di pioggia, pioggia di lacrime, incontrollabili. Pioggia di pensieri. Eravamo cresciuti insieme, avevamo giocato insieme, tu fra i pochi, o forse l’unico, ad accettare il mio carattere “strano” a volte, quel carattere da bambino già preoccupato dei destini del mondo, a volte poco incline a giocare, incapace di tirare una palla in porta, insipido a quei giochi tipici che ci tenevano insieme. Eppure tu riuscivi a coinvolgermi, mi eri accanto. Sempre. Preoccupato del mio essere magro ed esile. Quante mangiate ricche a casa tua, in quella piccola casa che però nel mio cuore è sempre stata un castello. Un castello di amore ed empatia. Un castello di affetto sincero.

Da quel 6 giugno, come scrissi due anni fa su un post Facebook, non sono riuscito ad accettare questo transito tanto improvviso e pieno di dolore. Per questo ti chiedo scusa per non aver saputo esprimerlo finora. Sai (perché so che da qualche parte Lassù lo sai…) questo rifiuto mi ha portato a non scrivere più nulla perché, in una sorta di blocco mentale, ho pensato che se non potevo scrivere di te allora nulla meritava che io continuassi a scrivere se non brevi pensieri qui sui social, spesso a commento di cose ininfluenti.
Provo, ci sto provando, a farlo ora. E so che avresti comunque meritato parole più belle. Perché due anni dopo una cosa è certa: se non posso proprio più dirtelo almeno devo scrivertelo: ti voglio bene grande Amico mio, Carmelo.

È trascorso un altro anno. Con fatica cerco di riprendere il mio percorso, ma so che in qualche modo almeno un pezzettino di te era anche un pezzettino di me e quel pezzettino oggi non c’è più. Penso, come spesso accade quando vengono a mancare le persone più care, che il prossimo potrei esser io. Non mi spaventa la cosa, ho timore del dolore, ma so che prima o poi sarà inevitabile. Però sto cercando di realizzare qualcosa, sto provando comunque a riprendere il mio cammino, sto provando a cercare di far qualcosa perché la mia vita non sia trascorsa invano. Chissà… eppure la vita è così effimera, fuggevole. Se riesci, a tuo modo, continua a starmi accanto perché credimi, sono veramente solo. Al di là di ogni frase e sorriso di circostanza che mi vedo frullare intorno. In fondo “Siamo soli” non è nata a caso, Vasco insegna.

Siamo entrambi del 1970, Tu sei rimasto per sempre cinquantenne. Io ti vorrò bene sempre, in eterno Amico carissimo. Arrivederci, lassù, fra quelle nuvole o fra quelle meteore. Magari non ci abbracceremo, non lo facevamo neanche qui in Terra, ma basteranno pochi cenni, uno sguardo, continueremo sempre a capirci “al volo”. Buon Compleanno, Ovunque tu sia Carmelo.

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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