Era il 29 dicembre del 2004, lo tsumani nell’oceano Indiano aveva letteralmente spazzato via decine di migliaia di vittime. avrei voluto esser lì, poter aiutare. Invece il senso di assoluta impotenza prevaleva. Nacquero così queste tristi righe.

“Non ho molte parole per descrivere quel che sta succedendo in questi giorni. La natura ci mostra che non esiste omuncolo capace di far ciò, e ci ricorda che ciò che è, può non esserlo per sempre. Ci invita a godere di ogni istante che la vita ci concede, perché la vita stessa potrebbe cedere il passo a Qualcuno più forte. Sono le uniche parole che mi son venute di getto.
Tsunami nelle regioni asiatiche…”

Oggi purtroppo, sebbene non convinto di ripubblicarla, la pandemia di Covid19 (Coronavirus) mi riporta in mente quelle parole, di getto. Con immensa tristezza.

 

 

 

Arriva come sempre

puntuale al suo appuntamento,

arriva come sempre

forte e sicura,

arriva, arriva,

ancora una volta

fiera e certa,

“non sbaglierò, stà all’erta”

arriva ancora,

affascinante e sicura,

arriva ancora

affascinante e oscura.

Arriva di giorno,

arriva di notte,

arriva con la buona,

o con la cattiva sorte,

azzurra come il cielo,

verde come la speranza,

rossa come un tramonto,

nera come la notte.

Arriva, arriva,

eccola, è qua…

Non parlare, non chiedere,

per carità…

Arriva ancora,

di giorno o di notte,

ecco, è qua… Sua Signora…

…La Morte.

Informazioni sull'autore

Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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