Giulietto Chiesa, 79 anni, piemontese, è morto oggi. Fu dirigente nazionale della Federazione giovanile comunista italiana e capogruppo per il Pci nel Consiglio provinciale di Genova dal 1975 al 1979.

Per il quotidiano L’Unità fu corrispondente da Mosca dell’URSS senza sottostare ai diktat sovietici, riuscendo a raccontare con sufficiente distacco quanto poteva dell’ex Impero sovietico tanto da pubblicare un libro, appena due anni prima della caduta del “muro” dal titolo “L’URSS che cambia” scritto insieme allo storico dissidente sovietico Roy Medvedev.

Ha collaborato nella sua vita con Rai e Mediaset, spesso come esperto di politica estera. Fu anche europarlamentare e tutti, anche e malgrado le distanze ideologiche, hanno potuto osservarne le grandi capacità di conoscenza e analisi della globalizzazione e delle disuguaglianze sociali.

Fu capace di dialogare anche con le parti politiche in assoluto più ostili al suo pensiero e questo lascia di lui un bel ricordo in un momento in cui invece si esaltano più le contrapposizioni ai punti di unione. E ci lascia, in un mondo di informazione spesso costruita a tavolino, un esempio di onestà intellettuale.

Recentemente collaborava con “il Fatto Quotidiano” e con “Sputnik Italia” ma anche e soprattutto con la sua tv online, PandoraTV che dalla sua fondazione si batte contro l’Imperialismo della globalizzazione. E in un momento del genere, che Giulietto Chiesa ci lasci diventa proprio una grave perdita. Non solo umana.

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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