Alla soglia dei 50 anni, manca poco più di un mese, si profilano cambiamenti rilevanti in diversi ambiti. Piacevoli e meno piacevoli.
Eppure compiere la prima metà di un secolo (che ben difficilmente potrà essere raggiunto) è un po’ come Rinascere.
Qualcuno purtroppo non ci arriva a questa prima Metà, ma credo che per chi ci arriva sia invece più che un traguardo una vera ripartenza. Una sorta di rinascita appunto. L’ultima possibilità che ti da la vita di reinventarti, di ri-creare qualcosa e ri-diventare qualcuno. È una fase in cui devi scegliere sapendo di non poter più sbagliare, perché qui chi sbaglia muore. Se non fisicamente ma certo si brucia ogni possibilità futura. Non so cosa mi accompagnerà nella mia seconda metà di secolo. Chi resterà vicino. Probabilmente andrà via una parte di me, una parte importante (che sempre riesce a farmi arrabbiare) e che già combatte duramente. E io con lei, per ciò che posso, sapendo che nessuno potrà capire come questa battaglia, fatta tutta da solo, sia dura, stressante, capace di assorbire ogni energia. 
Però è una battaglia di tutti. C’è chi ha “alleati” in fratelli, sorelle, figli, chi è destinato a condurla interamente da solo. Però le battaglie se non ti abbattono possono soltanto fortificarti e allora credo che il giorno che verrà, anche se ne piangerò, sarò più forte di oggi, dei miei primi 50 anni e forse più agguerrito perché alla fine tutta la vita è una lotta e vince chi riesce a imporsi sull’altro, ad adattarsi ai cambiamenti, a dribblare le peripezie senza per questo dover rinunciare a ciò che di più importante si ha: sé stessi.
No, non è “egoismo”, ma come cantava Vasco “Quando c’ho il mal di stomaco… Ce l’ho io, mica te, o no?”, si tratta di sopravvivenza, si tratta di capire entro quale limite la libertà nostra può invadere la libertà altrui, ma anche e soprattutto viceversa.
Sono solo riflessioni, spicciole e semplici, di qualcosa che si sente arrivare ma di cui non si percepisce la reale portata. O forse l’avvicinarsi dell’età senile. Chissà…

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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