di Luigi Asero

 

Julian Assange, fondatore di Wikileaks finora ospitato a Londra all’interno dei locali dell’ambasciata dell’Ecuador è stato arrestato poche ore fa dagli agenti di Scotland Yard non appena l’Ecuador gli ha revocato il diritto di asilo concesso sette anni fa. A portarlo via di peso, sollevato da terra, sette agenti in borghese. Contemporaneamente al suo arresto in Svezia la donna che lo accusò di stupro ha chiesto la riapertura dell’inchiesta, mossa che potrebbe farlo estradare in Svezia da cui, probabilmente potrà essere a sua volta estradato verso gli Stati Uniti d’America (sua vera preoccupazione a causa dei numerosissimi segreti da lui rivelati al mondo intero tramite appunto la piattaforma Wikileaks). Sempre che naturalmente il Regno Unito non decida di estradarlo direttamente verso gli USA.

Infatti dal 2010 è in corso un’inchiesta del Grand Jury di Alexandria, in Virginia, per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano. Ad oggi questa inchiesta è ancora in corso e a novembre scorso le autorità americane hanno, inavvertitamente, rivelato che esiste un mandato di arresto coperto da segreto contro Julian Assange. Per questa inchiesta Assange rischia il carcere a vita.

Evidente come l’inchiesta svedese per stupro invece non potrebbe procurargli che pochi mesi di galera, infatti è stata archiviata il 19 maggio 2017, dopo che la Svezia, per sette anni, ha mantenuto l’indagine alla fase preliminare senza incriminarlo né scagionarlo.

L’arresto di Julian Assange non è del tutto inaspettato infatti sei giorni fa proprio Wikileaks annunciava sul sito che sarebbe stato espulso a breve e che la revoca dell’asilo avrebbe come pretesto la pubblicazione degli “INA Papers“, una serie di documenti rivelati lo scorso 25 marzo da Wikileaks, che dimostrerebbero il ricorso del presidente dell’Ecuador Lenín Moreno a paradisi fiscali. Nei giorni scorsi Moreno aveva accusato Assange di aver violato ripetutamente le condizioni di asilo. Wikileaks sostenne in quell’occasione che l’Ecuador avrebbe già trovato un accordo con il Regno Unito per l’arresto di Assange. Infatti.

“La mano della democrazia strangola la gola della libertà” ha scritto poco fa sulla sua pagina Facebook il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Mentre per Wikileaks l’Ecuador revocando la richiesta di asilo avrebbe violato il diritto internazionale.

Maria Zakharova
Maria Zakharova

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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