di Luigi Asero

 

Esistono tanti modi per raccontare la Sicilia. La rassegnazione, l’allegria, l’umore cupo di Sciascia o l’umore allegro di Ficarra & Picone, le cronache di mafia e le cronache del suo mare e della sua terra, dall’Etna a San Vito Lo Capo. Non si finirebbe mai di raccontare questa terra prolifica di scrittori, grandi magistrati, grandi giornalisti, terra di confine e insieme centro del’area Mediterranea da cui, sempre, il mondo ha trovato snodo e commerci.

E poi c’è il modo di raccontarla di Sandra Guddo, autrice (e non solo) palermitana (o panormita se preferite), che ci racconta gli eventi che hanno caratterizzato la storia della Sicilia. E lo fa in modo un po’ fantasioso, un misto tra il thriller e l’allegoria. La professoressa Concetta Mangiameli afferma con assoluta certezza, parlando di “Ciciri. Racconti di terra di Sicilia

Una rivisitazione degli eventi storici che va oltre il racconto per divenire ricerca storiografica, indagine e analisi degli eventi che assumono i contorni del thriller psicologico… e tanto altro ancora

Ancora, per spiegare cosa sia quest’opera (perché è veramente un’ “opera” e non un semplice libro) ci affidiamo alle parole di Antonio Licata che ne ha  curato la prefazione, citandone una parte.

 Ciciri! Perché proprio questo titolo e non un altro?

Non sarebbe stato possibile sceglierne un altro che fosse altrettanto esemplificativo e pregnante per tuffarsi dentro l’anima del libro, composto da 14 racconti lunghi, e per carpirne i segreti. Ad esempio, in che modo la parola “ciciri”, che ci riporta ai Vespri Siciliani (1282), divenne lo shibboleth, il termine discriminante per individuare gli angioini e favorire il loro passaggio a miglior vita?

Attraverso l’avventurosa e appassionante storia del soldato francese Paul Dubois, verrà svelato l’arcano. Operazione di fantasia, che anch’io spesso utilizzo nel raccontare la mattanza dei Vespri.

 In tal caso, ma anche in altri racconti, l’Autrice utilizza un procedimento narrativo, che talvolta si tinge di giallo, in cui realtà storica e fiaba si intrecciano per dar vita ad un robusto racconto, presentato in modo fluente e godibile per lettori di tutte le età, anche molto giovani. Uno degli intenti di Sandra Guddo è quello di avvicinare non soltanto gli adulti ma soprattutto i ragazzi alla conoscenza di episodi che fanno parte della cultura siciliana, attraverso una lettura che risulti il più possibile gradevole e niente affatto didascalica.

 Un mix avvincente, ricco di storie e fantastorie, dove ogni personaggio rappresenta un aspetto della sicilianità, con luci ed ombre.

Ogni racconto diventa un tassello fondamentale per la costruzione di un patchwork chiamato “Ciciri” sia che parli di personaggi di fantasia sia di personaggi storici realmente esistiti come Salvatore Maniscalco, feroce capo della polizia borbonica  al  tempo  della  rivolta  della  Gancia o di Pasquale Turriciano, passato alla storia come feroce bandito, il cui racconto mira a squarciare le nebbie della storia presentandoci il bandito tra le strade di Castellammare come un eroe entrato nel mito dell’epos collettivo; sia che ci presenti Agatuzza Messia, la nutrice di Giuseppe Pitrè come non l’avevamo mai conosciuta prima, sia che indaghi sulla misteriosa morte di Rosalino Pilo, ucciso con ogni probabilità dal cosiddetto “fuoco amico” del Corrao, come è pronto a giurare un testimone oculare: Rosario, il ragazzino, vero protagonista del racconto.

 Ancora tanti personaggi storici, come tasselli vivi, arricchiscono la narrazione come la bambina Angela Romano, fucilata dall’esercito piemontese con l’accusa di essere una lealista, o, come il misterioso inabissamento del piroscafo “Ercole” su cui viaggiava Ippolito Nievo. A questi vanno annoverati altri personaggi scaturiti dalla fervida capacità creativa di Sandra Guddo. Tra questi impossibile non citare il famoso climatologo Antonino Sutera che prima di morire vuole realizzare un sogno tradito: parlare in un congresso internazionale sul clima nella sua vera lingua: la lingua siciliana. Ci riuscirà?

O la bella Candida che cerca tra la folla di Cefalù il suo “marinaio ignoto” o la giovanissima Laura, convinta da certi stereotipi falsanti, che parlare in siciliano equivalga ad essere catalogata come una miserabile popolana. La timida Amalia che, costretta ad emigrare nella lontana regione americana del Tennessee, porterà con sé un inconfessabile segreto.

L’ingenua Penelope, affettuosamente detta Pennù, che nei libri di storia studiati a scuola, non trova traccia del racconto della trisavola da cui ha preso lo stesso nome, sulla violenza dei cosiddetti liberatori garibaldini che compirono delitti atroci per pura efferatezza. Trova invece disprezzo e bieco livore nei confronti della gente del sud.

Tanti personaggi caratterizzati con efficacia come u zzu Ciccu che trova nel suo pescato un vero tesoro, che si rivelerà rovinoso per la sorte di due giovani innamorati.

Storie che abbracciano un arco temporale abbastanza esteso che parte con Ciciri, dal 1282, per arrivare fino ai giorni nostri, ma sempre con la Sicilia nel cuore.

L’autrice, giunta alla sua terza opera, conferma con Ciciri le sue doti di sapiente narratrice inaugurando uno stile modernissimo dove ad un linguaggio improntato ad un crudo realismo, si alterna un autentico lirismo tanto che si ha talvolta l’impressione di leggere poesia in prosa.

L’evento che l’Istituto per la Cultura Siciliana ha organizzato insieme a UniPop Palermo e Fare Ambiente parlerà di tutto questo. Incontreremo nei locali della nostra sede di Catania l’autrice e con lei lo stesso Antonio Licata, la professoressa Concetta Mangiameli, l’intermezzo musicale di Cinzia Sciuto e le letture affidate alla voce di Alfio Guzzetta.

Un momento tutto da vivere insieme, per assaporare quella Sicilia che non si pensa. E che c’è, che è viva e nei ricordi vivrà sempre.

Appuntamento a sabato 24 novembre, Istituto per la Cultura Siciliana in via Giuseppe Di Stefano 25 (angolo via Platamone, zona stazione Centrale), h 17.00, ingresso libero.

Evento Facebook a questo indirizzo (anche la mappa per raggiungerci): https://www.facebook.com/events/2072881759441773/

 

Informazioni sull'autore

Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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