noi consegneremo macerie alla storia

di Luigi Asero

Parlare di Sicilia e non parlare di arte e bellezza paesaggistiche e monumentali non è possibile. La storia ha consegnato ai siciliani di oggi una terra ricca di monumenti e di bellezza. Una perla incastonata al centro del mar Mediterraneo fra il sole e il mare, tra vulcani e monti. Ma tanto non basta, e sembra che oggi nulla sia gestibile al fine di ottimizzarne i benefici preservandone la bellezza.

Potremmo parlare di basiliche e cattedrali, di Taormina e Cefalù, di Siracusa e dell’Etna, di Piana degli Albanesi e dei Templi di Agrigento, di Monte Pellegrino e di Castelmola. Potremmo parlare dei tanti bellissimi borghi e dei parchi di valore storico e archeologico. Possiamo però anche parlare delle oltre 800 opere incompiute, o delle migliaia di opere compiute e ora abbandonate. Fra queste contempliamo strade, autostrade, ospedali, metropolitane, aeroporti, stazioni, musei, teatri, ville storiche, scuole, edifici polifunzionali. La Sicilia incompiuta è più grande di quella compiuta e spiega bene il paradosso di una terra talmente bella da voler essere continuamente sfregiata. Da tutti, da tutto. Spesso dai siciliani stessi.

Palermo, città troppo spesso ricordata solo per fatti di mafia ed invece di incommensurabile bellezza (e simpatia) in questi mesi registra due successi. O almeno… registra due note positive che in terra sicula diventano “cose belle”. Si è inaugurato dopo anni di disagi il tram e -a parte qualche stupido vandalo- si è “scoperto” che:

  1. i palermitani lo usano;
  2. i palermitani lo hanno trovato puntuale
  3. i palermitani per giunta lo pagano pure, fanno insomma il biglietto!!!

E poi Palermo con uno sforzo non da poco ha ripulito l’immenso parco della Favorita, troppo spesso abbandonato a sé stesso. Incredibile, sentite un po’ come hanno reagito i palermitani a Pasquetta:

  1. si sono riversati lì in massa, hanno cucinato, messo musica e si sono divertiti
  2. i palermitani hanno lasciato pulito il parco della Favorita (tranne poche briciole) esattamente come lo hanno trovato.

Cosa vuol dire questo? Che noi de “La Voce dell’Isola” abbiamo qualcosa contro i palermitani? No, semmai li difendiamo e con un po’ di ironia abbiamo voluto sottolineare che il popolo vorrebbe pulizia e ordine. Che i luoghi non rispettati (seppur consci delle presenze vandaliche) non sono una responsabilità della gente siciliana, bensì delle autorità preposte alle verifiche e alle manutenzioni. E quando questo funziona, i siciliani rispettano (pure a Palermo) e ringraziano.

Come avviene nelle terre del Commissario Montalbano, nella fantasiosa Vigata che è vera terra di Sicilia.

Pesano però quelle 800 incompiute, pesano l’incuria e pesa l’indifferenza. Così, fatti salvi pochi esempi la Sicilia rischia veramente di aver ricevuto dalla storia meravigliosi monumenti e di consegnarle in cambio solo macerie.

In verità, chiediamo ai siciliani tutti e agli amici/cugini palermitani: è questo che vogliamo per i nostri figli e per i nostri nipoti?

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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