di Luigi Asero

Col bianco tuo candor neve
sai dar la gioia ad ogni cuor…

Inizia con queste parole uno dei più famosi canti natalizi. Quest’anno sembra che di bianco sia rimasto poco e il caldo cui ci riferiamo è ben più di quello meteorologico che porta i livelli d’inquinamento delle maggiori città ben oltre la soglia di rischio. È un Natale caldo su tutti i fronti e non da meno si annuncia il Capodanno ormai prossimo.

Proprio il 25 dicembre papa Francesco ammoniva contro il terrorismo di matrice jihadista mentre nelle Filippine 14 persone morivano in un attentato. A questo si aggiunge un presunto attentato sventato a Sarajevo con l’arresto di undici esponenti jihadisti. Immancabile ormai (e terribilmente realistico) l’allarme di attentati proprio nel periodo di Capodanno lanciato dai servizi in intelligence occidentali da Vienna. Del bianco Natal è rimasto ben poco ed è ormai un Caldo Natal. Caldo su diversi fronti, non soltanto per il rischio di attentati ma per la situazione di incertezza che il califfato nero (e l’imbecillità dei governanti occidentali) hanno instaurato.

Non va meglio sul fronte economico dove per doveri politici si parla e si sproloquia di ripresa ma concretamente la gente non percepisce segni positivi. E se permettere la crisi non si misura con il “carniere” dell’Istat bensì con le necessità non soddisfatte delle persone. Tante le situazioni di disagio che non vedono soluzione e che politicamente non sono nemmeno affrontate. Poi la “bomba” previdenziale che non riesce più a dare certezze a chi oggi lavora (e versa contributi) e non sa cosa ne avrà domani. Forse nulla. Anche se i vertici Inps minimizzano.

Il futuro nasconde tante, troppe incertezze. Si discute di come si affronterà il domani quando non si riesce ad affrontare nemmeno l’oggi. Quando non si comprende da dove derivano le problematiche irrisolte che stanno stringendo in un nodo scorsoio buona parte dell’umanità.

Anzi, peggio. Citiamo una “breve” notizia di economia siciliana, dal Fatto Nisseno di ieri 26 dicembre: “Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale regionale dei decreti di revoca, è definitivo l’annullamento di concorsi per 365 posti banditi oltre venti anni fa dall’assessorato regionale ai Beni culturali e non ancora espletati.“. Quali speranze dare a disoccupati e giovani che dopo 20 anni vedono annullati concorsi per 365 posti in una regione con il più alto tasso di disoccupazione?
Quali speranze a quei lavoratori di imprese che a Natale hanno perso il posto di lavoro perché l’azienda delocalizza all’estero?

Il Natale in corso sembra proprio essere caldo. E nero.

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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