Secondo il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, siamo nel pieno di una nuova recessione che, secondo il trend attuale -nella più ottimistica delle previsioni- durerà per tutto l’anno in corso. Queste osservazioni sono state fatte dal ministro ascoltato alla Commissione Bilancio della Camera. Secondo il ministro “Per uscire dalla recessione dobbiamo accelerare su tutte le riforme strutturali in programma e su tutte le leve della crescita“.

In pratica si sarebbe creato quel che il ministro definisce come un “vero e proprio credit crunch (stretta del credito, ndr)” che impone di agire subito e senza indugi. Secondo Passera “il tema del credito è diventato un super-tema perché si è concentrata una serie di cause gravi: mancanza di liquidità, aumento delle sofferenze, regole bancarie che hanno tolto altro capitale alle banche“.  Così dicendo passa alle semplificazioni imponendo quasi una sorta di agenda che richiederebbe la presentazione di un “pacchettone” ogni 2 o 3 mesi per agevolare la vita di famiglie e piccole/medie imprese.

Intanto sul pacchetto già presentato e in scadenza per il 9 aprile prossimo sono già partite al Senato le dichiarazioni di voto sulla fiducia al decreto legge. In merito l’IdV ha già detto il suo no alla fiducia, ad affermarlo il sen. Francesco Pardi.

Parlando poi di sviluppo il ministro allontana l’ipotesi di vendere la Snam (gruppo Eni) a capitali stranieri, questo grazie “al meccanismo che abbiamo in mente ed essendo un settore altamente regolato”. Dichiarazione che però non pare lasciar trapelare grandi anticipazioni in merito. Mentre sulle opere pubbliche il ministro prova a rassicurare tutti sull’idea di un pacchetto di opere da indirizzare e avviare per circa 40 o 50 miliardi di euro.

Promette anche il reperimento di circa 50 o 60 miliardi di euro entro il 2013 per far fronte agli innumerevoli pagamenti inevasi della Pubblica Amministrazione nei confronti di piccole e medie imprese, fortemente in crisi proprio a causa di forniture non pagate dallo Stato. Che continua però a esigere, contestualmente, il pagamento delle imposte. In ogni caso, anche se si reperisse questa somma -e permettete l’espressione di una formula dubitativa in merito- questo non sarebbe che circa la metà di quanto lo Stato deve fino a oggi alle imprese fornitrici di beni e servizi.

Malgrado il no dell’IdV in ogni caso il Senato ha votato la fiducia al decreto legge sulle Semplificazioni con 246 sì, 33 no e due astenuti. Il testo torna pertanto alla Camera e dovrà necessariamente essere convertito entro il 9 aprile, pena la decadenza.

Luigi Asero

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