ROMA – È morto questa mattina a Roma Oscar Luigi Scalfaro, presidente della Repubblica dal 1992 (subito dopo la strage di Capaci, il 25 maggio) al 1999. Originario di Novara dove era nato nel 1918, si era laureato in giurisprudenza nel 1941. I funerali si svolgeranno privatamente lunedì 30 gennaio a Roma nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. La camera ardente sarà comunque allestita nella chiesa di Sant’Egidio, sempre lunedì nella mattinata.

Prima della nomina a Presidente della Repubblica è stato ininterrottamente deputato sin dal 1948, dopo esser già stato membro dell’Assemblea Costituente. Ha ricoperto anche i ruoli di Presidente della Camera e del Senato.

Difficile la fase del suo settennato in cui dovette gestire il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, seguita allo scoppio di Tangentopoli, quando si mosse la “macchina del fango” che arrivò a muovergli l’accusa di aver gestito fondi neri a uso personale nel periodo in cui fu ministro degli Interni. Da qui la famosa espressione “Io non ci sto”, pronunciata in un suo messaggio a reti unificate mandato in onda il 3 novembre 1993, quando lo stesso Scalfaro parlò di “gioco al massacro” avviato da una classe politica corrotta che si trovava nel periodo di massima decadenza, decimata da “Mani pulite”.

Appresa la notizia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è avviato presso l’abitazione del suo predecessore al Quirinale per rendergli l’estremo saluto. Il capo dello Stato è accompagnato dal segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra. Napolitano ha dichiarato in proposito che “è stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell’Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale”.

Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, Scalfaro “Si è battuto convintamente per tutta la vita per l’affermazione degli ideali in cui credeva e per una Italia sempre più forte, democratica e unita”, mentre per il presidente del Senato Renato Schifani, Scalfaro “Ha incarnato e presenta ai cittadini di oggi e di domani un’immagine della Repubblica cui tutti teniamo gelosamente: una Repubblica baluardo dei diritti dell’uomo e della pace, impegnata nel promuovere il protagonismo responsabile delle parti sociali, sollecita nel richiamare ciascuno all’adempimento dei propri doveri di solidarietà“.

Luigi Asero

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