Il taglio dei fondi alle società partecipate fa una prima illustre vittima: l’Azienda Siciliana Trasporti. Cosa succede? Succede che una delibera del governatore Raffaele Lombardo prevede una drastica cura dimagrante dei fondi destinati alle società partecipate dalla Regione. Una cura dimagrante pari al venti per cento delle risorse.

La Regione chiede quindi all’Ast un drastico ridimensionamento delle corse effettuate e, inevitabilmente seppur non esplicitamente specificato, una contestuale riduzione del personale, pari attualmente a 1.200 dipendenti. L’Ast già in crisi a causa di precedenti crediti a tutt’oggi non riscossi per circa 20 milioni di euro, sempre dalla Regione Sicilia potrebbe non reggere l’urto di questo taglio di risorse del 20%.

Critico il direttore generale dell’Ast che fa sapere di non poter far altrimenti se non ridurre appunto le corse, ma a fronte di un ridimensionamento dell’organico. Sia di autisti che di manutentori. O, in estrema ratio, di dover procedere a una riduzione salariale per non fare licenziamenti. Soluzione adottata già alla Volkswagen. Viene da chiedersi però quale fosse lo stipendio iniziale di un dipendente Volkswagen rispetto a quello di un autista Ast.

Ma a lamentarsi non è certo soltanto il direttore generale dell’Azienda Siciliana Trasporti, Emanuele Nicolosi. Il taglio del 20% previsto infatti non tocca solo l’Ast, ma tutti i contratti di servizio con aziende di trasporto siciliane, anche in convenzione. E qui arrivano le note dolenti. Quattro volte dolenti. I fondi tagliati al trasporto regionale su bus per il 2012 sono pari a 220 milioni di euro, soffriranno quindi l’Ast, le aziende private convenzionate con la Regione, il personale di tutte queste aziende e, manco a dirlo, tutti i pendolari. Già privati da anni di un servizio ferroviario almeno decente, privati di un sistema viario valido, tartassati da prezzi di carburanti e assicurazioni mai alti come nell’ultimo periodo e a breve privati anche dell’unico mezzo valido di mobilità. Il bus.

Certamente all’Ast non sarà semplice fare accettare tagli di stipendi o di personale. Già è stato complicato concordare con le compagnie fornitrici di gasolio un piano di rientro rispetto all’enorme debito accumulato. In merito dichiara il direttore dell’assessorato: “Abbiamo già deciso per il pagamento della prima trance dei soldi del contratto di servizio 5 milioni e 4 mila euro. Penso che la prossima settimana potranno arrivare i mandati alla Cassa Regionale. Poi abbiamo stanziato altri 4 milioni e 345 mila euro previsti dal contratto collettivo degli autotrasportatori. Soldi che ci da lo Stato. Già questa settimana daremo all’Ast 2 milioni e mezzo di euro“. Così sia. Il diritto dei creditori di vedere qualcosa che non siano stupide firme su foglietti di carta dopo mesi di forniture…

I sindacati intanto hanno presentato un esposto alla Procura di Palermo sulla gestione dell’Ast “Forme indiscriminate nell’utilizzo delle ore di straordinario, la mancata trasparenza nel sistema di acquisti dell’Ast, la mancata attivazione del centro unico di spesa, l’introduzione dei badge di ingresso solo nella sede centrale dell’Azienda e non nelle periferiche, le anomalie nella gestione dell’agenzia di Palermo dove sono troppi gli autisti imboscati e utilizzati in posti di comando, negli uffici, ad esempio, preposti alla programmazione dei turni dei lavoratori” dice Amedeo Benigno, segretario regionale della Fit-Cisl.

Per i sindacati su questo si deve puntare per risanare l’azienda facendo uscire la politica dalla gestione delle società. “I comitati di gestione politici sono gli sprechi su cui dobbiamo dire basta con forza“.

Luigi Asero

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