Sono nella disperazione i lavoratori delle cooperative socio-assistenziali che prestano la loro opera per conto del Comune di Catania. In arretrato di ben sette mesi di stipendi. Anzi di otto fino a ieri, ora è arrivata una mensilità. Ma restano sette mesi di stipendi inevasi e un Comune che non sa rispondere alle promesse. Anzi, forse potremmo dire che non sa rispondere e basta.

Il loro lavoro non è certo quello di semplici passacarte, non sono burocrati di una macchina impazzita. Sono coloro che giornalmente forniscono assistenza ad anziani e disabili. Che seppur con gran nervosismo in certi momenti continuano a fornire assistenza anche se ormai si dividono fra lavoro, presidio stabile in piazza Università e debiti per far fronte alle spese familiari. Umiliati costantemente da Istituzioni che si guardano bene anche soltanto dall’aprire una finestra sul presidio.

Sono giovani e molti di loro ormai di “mezza età”, il loro lavoro è aiutare chi non ce la fa. Ma ora sono loro a non farcela più. Sette mesi di stipendi arretrati pesano. Nemmeno i soldi per recarsi, con la propria auto, sul posto di lavoro. Molti di loro vivono in famiglie monoreddito, magari con figli a loro volta disoccupati. E loro il reddito lo portano solo sulla carta. E sulla carta ricevono le trattenute per pagarci le tasse.

Il loro presidio è lì, in piazza Università, da molto tempo ormai. Le finestre di Palazzo degli Elefanti sono chiuse, nessuno prova neanche a guardar giù. Loro sono lì, senza benzina, quasi invisibili come i disabili e gli anziani che accudiscono. Intanto, da Piazza Duomo, dall’ingresso principale del Comune due auto blu escono. Non sappiamo dove si recheranno, ma di certo, loro, la benzina l’hanno messa nei serbatoi.

Luigi Asero

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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