L’Azienda Siciliana Trasporti non pagherà lo stipendio di luglio ai suoi 950 dipendenti. I vertici dell’azienda lo hanno comunicato ai sindacati e ai lavoratori: in cassa non c’è più un euro e la Regione tarda a erogare crediti e stanziamenti ordinari. Dopo il rinvio dello stipendio per deputati e dipendenti dell’Ars e dopo lo stop a tutte le attività annunciato dall’Eas, quello dell’Ast è il terzo caso in pochi giorni di crac finanziario.
La busta paga di luglio – spiega il direttore Emanuele Nicolosi – è una delle più impegnative per l’azienda, perchè porta con sè anche le quattordicesime. Servirebbero 6 milioni e mezzo e proprio non sappiamo dove recuperarli. Per questo motivo abbiamo comunicato ai sindacati che la scadenza del 27 non sarà rispettata e che non possiamo fare previsioni sui tempi di pagamento degli stipendi”. Ieri Nicolosi ha di fatto messo in mora la Regione, chiedendo di versare al più presto nelle casse crediti per 55 milioni.
Nella lettera inviata ai vertici della Regione, Nicolosi rivendica pagamento di 196 mila euro: “Un credito maturato – spiega Nicolosi – perché l’Ast ha assicurato durante i Giochi delle Isole il trasporto gratuito di spettatori, atleti e organizzatori. Ma l’assessorato al Turismo non ci ha mai rimborsato le somme”. Allo stesso modo l’Ast chiede alla Regione di rimborsare il valore – 150 mila euro – delle corse gratuite assicurate al personale delle forze dell’ordine. E altri 2 milioni servirebbero per rimborsare il valore dei ticket gratis assicurati agli anziani. Comuni e Regione devono invece versare nella casse dell’Ast circa 11 milioni per il servizio di trasporto urbano.
Nicolosi precisa che “causa della grave crisi di liquidità l’Ast non ha potuto provvedere a saldare il debito per l’Irpef (2,6 milioni), per le rate arretrate dei leasing (4,4 milioni)“. Non è stato possibile neppure pagare le fatture scadute per il gasolio (1,6 milioni) e varie forniture per un valore di 11 milioni. “Il risultato – precisa ancora Nicolosi – è che le gare per le nostre forniture ormai vanno deserte e i nostri fornitori sono pronti a fermare le consegne. Lo stop ai bus è una eventualità che in queste condizioni può verificarsi in ogni momento“. Proprio per il pericolo che l’Ast debba fermare i bus nei prossimi giorni, la lettera di Nicolosi è stata inviata anche ai prefetti e ai sindaci di Caltagirone, Salemi, Milazzo, Barcellona, Paternò, Carlentini, Lentini, Acireale, Augusta, Chiaramonte Gulfi, Siracusa, Scicli, Ragusa, Modica, Gela, Bagheria e Mazara del Vallo.
Il caso Ast sta per finire all’Ars. Il deputato del Pdl Marco Falcone ha presentato un’interrogazione al governo regionale in cui segnala anche il ritardo da parte del governo nell’approvazione del bilancio consuntivo 2011 e previsionale 2012: “Per questo motivo restano bloccati 19 milioni che per l’azienda sono fondamentali. Bisogna evitare che l’Ast sia messa in ginocchio e costretta a fallire o ad essere assorbita da privati, che in ragione di una ristrutturazione aziendale metterebbero a rischio almeno 250 posti di lavoro mortificando anche la missione di natura sociale“.

In attesa che il caso arrivi sul tavolo della giunta, l’assessorato alle Infrastrutture ha fatto sapere di “riconoscere i diritti dell’Ast ma di essere condizionato nell’erogazione di alcuni crediti dal pericolo di sfondare il patto di stabilità. Per questo motivo già a gennaio abbiamo chiesto allo Stato di poter alzare il tetto di spesa“.

Intanto si registra già il “salto” di parecchie corse sulle linee dei pendolari e nulla fa ben sperare. La Sicilia che non cammina…

Luigi Asero

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