Secondo un emendamento alla Manovra, presentato dall’on.  Giulio Calvisi del Pd e approvato il 12 dicembre dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati, Equitalia non potrà più vendere all’asta i beni espropriati ai contribuenti morosi. Il debitore venderà il bene pignorato o ipotecato e consegnerà l’intera somma a Equitalia, che interverrà all’atto della cessione e che restituirà al contribuente la somma che eccede il proprio debito.

Se l’emendamento dovesse passare anche in Aula, il debitore con il fisco potrà pertanto vendere un bene a un valore determinato con il consenso dell’agente della riscossione, che interverrebbe nell’atto di cessione e al quale sarebbe versato il corrispettivo della vendita. La differenza tra la cifra incassata e quella dovuta a Equitalia sarà rimborsata al debitore entro i dieci giorni lavorativi successivi all’incasso».

Si tratta di una misura parziale e limitata ma molto importante perché dà la facoltà al debitore di evitare la vendita all’asta, che spesso viene fatta a un valore cinque o sei volte inferiore rispetto a quello reale, con grave pregiudizio del debitore e con un vantaggio pateticamente nullo per le finanze statali.
La prassi attuale è questa: un bene ipotecato o pignorato del valore di 1000 è messo all’asta per il primo incanto a 800. Se il primo incanto va deserto si procede al secondo con un valore di 600 e se anche in questo caso l’asta non ha esito si continua a oltranza sino a quando il bene ipotecato o pignorato non viene venduto, magari a 50. Il risultato è che lo Stato o l’ente creditore ricavano pochissimo dalla vendita. Non solo: esistono persone e società, in qualche caso collegate alla criminalità organizzata, che lucrano e speculano proprio su questo tipo di vendite.
La proposta di Calvisi si inserisce in un pacchetto di iniziative portate avanti da tutti i parlamentari sardi in questi mesi: dall’estensione del periodo di rateazione a 120 rate con contestuale limitazione degli interessi, a misure volte alla limitazione della procedura di iscrizione ipotecaria, all’esclusione dei beni strumentali all’attività di impresa dall’applicazione del fermo amministrativo, alla limitazione dell’aggio e alla compensazione fra debiti e crediti con la pubblica amministrazione.
Proposte che non hanno trovato accoglimento in questo provvedimento ma che i parlamentari del Pd ripresenteranno. Un altro emendamento dei relatori Pierpaolo Baretta (Pd) e Maurizio Leo (Pdl) concede più tempo per pagare le rate inevase, prevedendo altresì che per mettersi in regola si avrà tempo fino alla rata successiva senza far scattare la decadenza della rateizzazione e l’iscrizione a ruolo.
Luigi Asero

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