Difficile post questo. A Natale di solito si scrivono auguri, formule fatte, centenarie alcune. Mi risulta veramente difficile questa volta. Penso da giorni cosa posso scrivere, sono solitamente un ottimista e mi dà molta soddisfazione riuscire a portare un sorriso anche a una persona sconosciuta, così, solo per il piacere di farlo. 

Ma è proprio difficile questo Natale 2011. Scrivo, scriviamo tutti di crisi, di mancanza di liquidità, di Valori che spesso sono accantonati. Di questo Natale a molti non è rimasto nemmeno qualcosa da spendere della tredicesima. E se vogliamo dircela tutta, questo Natale a molti, non ha dato nemmeno tredicesima e stipendio.

Il mio Natale, nei passati 40 anni era fatto di speranze, non per me, ma per tutti. Ma quest’anno di quali speranze vogliamo parlare a chi viene licenziato per colpe non sue? Di quali speranze vogliamo parlare a chi viene licenziato con un fax? Di quali speranze vogliamo parlare ai dipendenti di un imprenditore che si suicida per la vergogna di non aver potuto pagare stipendi e tredicesime, pur avanzando crediti da Enti pubblici per oltre 250 mila euro? Di quali speranze parlare a questi ragazzi che tanto hanno manifestato contro il ministro Gelmini e per risolvere la crisi della cultura abbiamo(?) nominato (non eletto) un Governo che taglia ulteriormente? Di che speranze vogliamo parlare a un mondo che si prepara ad attaccare Cina e Iran (voci di corridoio, ma troppe voci di corridoio si sono verificate puntualmente precise…)? Di quale speranza parlare a chi speranza non ha proprio più? Perché un lavoro non lo trovi a 20 anni, figuriamoci a 50.
Se non funziona ora il “welfare” (che parola di merda! perché non chiamarlo in italiano “Stato sociale”), se non funziona ora dicevo, perché dovrebbe funzionare meglio il prossimo anno con ancora meno fondi e tanta, tantissima, disperazione in più?

Che brutto Natale che sarà questo. Non perché non resti principalmente la ricorrenza della nascita di un grande Uomo, ma perché non ci è più consentito neanche pensare che fondamentalmente è quella nascita che dovremmo ricordare. Una nascita di un Destino segnato, di una vita di accuse finita in quello che era forse il peggiore dei modi: la crocifissione, fra la derisione di chi non aveva compreso nulla.

Ma ciò nulla toglie al fatto che il Natale sia anche una festa che chiude un anno, che si vuole gioiosa proprio perché si dovrebbe festeggiare ciò che di buono l’anno ci lascia, preparandosi così al nuovo che avanza. Ma il vecchio 2011 è un cadavere putrefatto e l’impressione del nuovo che avanza, del 2012 in arrivo, è che ne sia solo la tomba eterna. Già aperta e pronta a ingoiarne i resti.

Mai avrei pensato di dover descrivere così questo Natale, ai più scettici dico che no, non sono impressionato da oscure e tetre e mal-interpretate profezie Maya. Sono impressionato dall’indifferenza della gente, dalla guerra fra poveri scatenata dai ricchi e opulenti gestori del Potere (altra parola di merda…) che tutto ciò hanno sapientemente scatenato. Sono impressionato dall’incapacità di unire le forze di tutti per combattere una battaglia che ci accomuna tutti, senza distinzione di ceto e di classe, di colore della pelle e di religione.

La lotta per la sopravvivenza dell’Umanità. Lotta che con questi presupposti mi pare persa in partenza.

Quest’anno ho deciso che il Natale a casa mia non ha addobbi. Non perché non possa comprarli (anche) ma perché non mi va di addobbare nulla. Potrei rispolverare, come sempre ho fatto, quelli degli scorsi anni. Usare, come sempre ho fatto, le pietre del mio giardino abbandonato per costruire una vera grotta in miniatura. Ma vorrei invece dire a Gesù, a quel Gesù che non è quello che vi dice il Vaticano lucrandoci sopra, ma quel bimbo che circa 2.000 anni fa, in un periodo simile nacque… ecco a quel Gesù vorrei dire “non venire, quest’anno saresti veramente troppo deluso. L’Umanità si è superata.” Ma so che Lui è molto più grande di me, saggiamente non mi ascolterà, Lui ci sarà.

A Lui questa volta offro il vuoto di nessun addobbo, perché troppi non hanno più nulla da comprare per i loro bimbi, perché troppi non sanno come curare le loro malattie, perché troppi stanno solo pensando come mettere in croce questa volta l’intera Umanità.

A Lui offrirò questa volta solo le mie preghiere (e nessuno venga a insultare per questo, io Credo e non impongo nulla a nessuno, ma che nessuno provi a imporre qualcosa a me). A Lui, a Gesù, questa volta offro solo la mia disponibilità, ancora una volta a fare qualcosa per questa Terra disgraziata. Non per la Sicilia, ma per questo mondo che continua a non comprendere.

A tutti i senza lavoro, a tutti coloro che non capiranno questo post, a tutte le persone che temono di non avere più nulla in cui credere, a me stesso… per quest’anno non dirò Buon Natale. No, voglio solo dire: forza e coraggio, possiamo farcela se riusciamo a superare le barriere politiche e ideologiche.

Solo ai bimbi, che non possono leggermi ma che rappresentano il vero futuro, voglio augurare sinceramente di cuore “Buon Natale piccolini”. Perdonateci per tutte le cazzate che abbiamo fatto, o a cui non abbiamo saputo dire BASTA in tempo.

Grazie ai vostri sorrisi e alle vostre piccole marachelle spero che oggi riusciremo finalmente a costruire un fronte comune. E impedire che tutto ciò diventi realtà definitivamente. Per voi.

A chi visita questo post, lascio giusto un video natalizio, così…  perché si dica che comunque sia… è Natale!

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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