Un giorno trascorso senza riflettere è un giorno smarrito, un giorno trascorso soltanto riflettendo è un giorno inutile. Pensavo questo oggi… parlavo con una persona che conosco da poco tempo ed a cui tengo e per un attimo mi sono fermato a riflettere su ciò che era più giusto dire. Poi appunto pensai fosse inutile riflettere troppo, almeno in quella specifica situazione.
Poi però, dopo, pensavo a tutte le riflessioni di questi giorni. A tutti i cambiamenti che sono in procinto di affrontare, a tutte quelle cose da sempre rimandate che oggi sono divenute irrimandabili, che oggi chiedono solo decisioni forti e immediate.
Penso a tutte le discussioni fatte con amici e amiche nei giorni scorsi a proposito dei più vari argomenti, del dialogo che non esiste più, dell’abuso di ogni parola nell’assoluta ignoranza del significato più profondo di una parola stessa. Si fa ormai un grande abuso di “gioia, tesoro, allarme, TVB, baci, abbracci, pandemia…”
Tutto ciò che dovrebbe suscitare grandi emozioni (positive o negative che siano) viene ogni giorno sempre più spesso abusato… una specie di dislessia del linguaggio.
Non è un manifestare un sentimento forte verso qualcuno, è solo un voler urlare più forte rispetto agli altri… Così leggo di un’amica che dichiara a un’altra amica “Ti amo”… riferendosi inequivocabilmente solo al suo sentimento d’amicizia rispetto alle altre amiche. Ma saprà la signorina il vero significato dell’espressione “Ti amo”?
Come sapranno i giornalisti il vero significato della parola “allarme” quando, come mesi fa accadde titolano “allarme morbillo” relativamente all’annuale e mai preoccupante epidemia di morbillo?
Ecco… epidemia… altra parola che ormai viene rafforzata dal termine “pandemia”, che non è suo sinonimo indicando invece una situazione ben più grave.
È una dislessia del linguaggio, ma non una dislessia di carattere neurologico bensì volontaria. Un modo per far prevalere la propria parola rispetto a quella di chiunque altro. È una dislessia pericolosa quella che ci porta a sminuire il valore di ogni singola parola fino a ridurre la parola stessa ad un insieme di indecifrabili suoni. Perché se siamo tutti amati e voluti bene da chiunque si professi amico o amante o aspirante partner… allora il vero rischio è che realmente non ci voglia bene veramente nessuno…
…o almeno questa è la mia opinione

Originariamente pubblicato sul vecchio profilo personale di Facebook – 18/06/2009 0.27

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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