Questa lettera è dedicata a Te. La leggerai forse con un sorriso, o forse con gli occhi lucidi di malinconia.
Tutto sommato penso di saper parlare con tutti, con Te forse ho parlato meno.
Sai… è la classica storia del rapporto genitori-figli…  Non c’è tempo.
“Ne parliamo più tardi… poi… forse un giorno se mi va. E poi mi critichi sempre, come se le cose giuste da fare le conoscessi solo tu. Ma le conosco anch’io sai? Le conosco più di Te.
…Sì vabbé, lo vedi che sei sempre pignolo? OK, me l’avevi detto. Per una volta ho sbagliato… E allora? Esperienza. Lo dici anche tu…
Ecco hai visto? Insisti. Vabbé avrò sbagliato anche quando…. Ma mi spieghi perché devo scrivere qui, dove chiunque può leggere, i miei cazzi?
Ecco lo vedi? Io cerco il dialogo, e tu dialoghi a modo tuo…
Ah vero, quando si dialoga ognuno esprime la propria opinione…   Vabbé, ho capito. Cambiamo discorso che è meglio!!!”
Comunque ora che mi leggi volevo ringraziarti per tutte le notti insonni che hai trascorso quando ero piccolo e stavo male. Volevo ringraziarti per avermi fatto conoscere i treni, per avermi portato in braccio un’intera serata pur di farmi vedere i fuochi di Sant’Agata al Borgo…
E volevo ringraziarti per avermi fatto conoscere il mare. PS: ma ti ricordi quando al mare della Playa – tutti e due orbi – ti spaventavi che io mi perdessi, e invece ti sei perso tu! Eri proprio disperato quella volta nel cercarmi :-)…
Grazie per aver seguito i miei studi permettendomi di saper scrivere oggi qualche parola… E grazie per le mie bugie che hai finto di non capire (dimostrandomi poi la verità), e grazie per le mille (o milioni) di altre cose che insieme sappiamo.
Per quel senso di giustizia che mi hai trasmesso e per le chiacchierate che ci siamo fatti (raramente) parlando di qualunque argomento. Anche del calcio di cui non ci fregava nulla a entrambi. Ah, ma posso farti una domanda? Ma allora perché ne parlavamo? Boh, mistero!
Tutte queste cose e mille altre Te le sto dicendo ora, le stai leggendo vero?
Ahhh…. scusa-scusa-scusa. Papà, grazie anche per quei mille baci che hai cercato di darmi stanotte. Grazie di questi mille baci che mi davi mentre per l’ultima volta, con un filo di voce, mi hai detto “Ciao Gi…” ma non sei riuscito a completare.
Scusa queste lacrime, lo so che ora stai bene.
TI VOGLIO BENE PAPA’
Catania – 10/10/1929 — 27/05/2007 h. 06.18
Gigi

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Mi piace ascoltare, non semplicemente sentire. Il dialogo non è "parlare" ma consentire alle anime di incontrarsi

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